CHAKRA
Il sistema dei chakra è un modello filosofico dell’universo su sette livelli. Lo yoga è una disciplina volta a collegare l’individuo con il divino attarverso l’uso di pratiche mentali e fisiche che unifichino la nostra vita materiale e spirituale.
Questo scopo viene raggiunto attraverso degli stadi di stati di coscienza sempre più evoluti. I chakra rappresentatno questi stadi.
Un chakra è un centro di attività che riceve, assimila ed esprime l’energia della forza vitale. Non sono entità fisiche in sé e per sé, come le sensazioni o le idee non possono essere considerati degli oggetti fisici e tuttavia hanno un forte effetto sul corpo, poichè costituiscono la realizzazione dell’energia spirituale sul piano fisico.
Come le emozioni possono influenzare il nostro respiro, il battito cardiaco e il metabolismo, così le attività dei vari chakra influiscono sull’attività ghiandolare, sulla forma del corpo, sulle affezioni fisiche croniche, sul pensiero e sul comportamento.
Facendo uso di tecniche quali lo yoga, la meditazione, l’esercizio fisico, la bioenergetica e le visualizzazioni possiamo influire sui nostri chakra, sulla nostra salute e sulla nostra vita.
Si dice che abbiano una posizione benchè in senso fisico non esistano.
Secondo la tradizione, il primo chakra è collocato nella zona sacro coccigea, al centro del perineo tra l’ano e i genitali.
Anche se non possono essere visti o ritenuti entità fisiche, essi sono evidenti nella forma del nostro corpo fisico, negli schemi che si manifestano nella nostra vita e nel modo in cui pensiamo, sentiamo e affrontiamo le situazioni che la vita ci presenta.
Allo stesso modo in cui vediamo il vento attraverso il movimento delle foglie e dei rami, è possibile vedere i chakra da quanto ci creiamo intorno.
I chakra più bassi che sono più vicini alla terra, sono in rapporto con gli aspetti più pratici della nostra vita: sopravvivenza, movimento, azione. Sono regolati da leggi fisiche e sociali.
I chakra superiori rappresentano aree mentali e funzionano a livello simbolico, attraverso le parole, le immagini e i concetti.
I chakra formano una specie di scala, che unisce le polarità del Cielo e della Terra, della mente e del corpo, dello spirito e della materia.
Nella mitologia hindu la dea Maya creò il mondo da sette veli dei colori dell’arcobaleno. Man mano che impariamo ad aprire e a sanare i chakra che sono in noi, noi diventiamo il Ponte dell’Arcobaleno, legame vivente tra Terra e Cielo.
Analogia: il bio computer umano.
I chakra contengono subroutine programmate che modellano il nostro comportamento. Molti di questi programmi ci sono stati dati quando eravamo bambini. Tutti noi funzioniamo con questi programmi, che possono essere coscienti o meno.
Possiamo quindi lavorare sui chakra in modo da permettere alle nostre subroutine e quindi ai nostri programmi, di essere attivi e utili alla nostra vita. Per far questo dobbiamo attivare la nostra corrente energetica, che è bipolare.
Le nostre linee energetiche più importanti scorrono verticalmente, la polarità geo centrica, che contattiamo con il nostro corpo, e la polarità della coscienza, di cui facciamo esperienza con la mente.
Anima e spirito sono l’espressione di questa polarità. L’anima è qualcosa che tende verso il corpo, verso la forma, l’attaccamento e l’emotività, mentre lo spirito tende a muoversi verso la libertà e l’espansione della coscienza.
L’anima è l’espressione individuale dello spirito e lo spirito è l’espressione universale dell’anima.
Quindi abbiamo due principi attivi: la coscienza e la materia.
Un essere umano per essere sano ha bisogno che entrambe queste correnti di base siano in equilibrio. La corrente discendente della manifestazione e la corrente ascendente della liberazione. Quando uniamo le due correnti delle polarità cosmiche otteniamo le nozze sacre e ci apriamo alla piena espressione illimitata delle nostre possibilità.
Il processo di guarigione è dunque dato dall’integrazione di corpo, mente ed energia.
Vi sono anche due correnti orizzontali che scorrono fuori e dentro i chakra: la corrente della ricezione e quella dell’espressione.
Quando un chakra è bloccato queste ultime due correnti vengono alterate.
Esse sono influenzate da esperienze negative: dolore fisico o emotivo, traumi infantili, condizionamenti sociali, abitudini restrittive, mancanza di attenzione.
I chakra possono alterare il loro funzionamento per eccesso o per difetto e questo è il risultato di strategie di adattamento volte ad affronatre stress, traumi o circostanze spiacevoli.
Per sbloccare un chakra bisogna agire su diversi livelli:
-comprendere le dinamiche e la natura di quel particolare chakra
-comprendere la storia personale in relazione agli aspetti di quel chakra
– impiegare esercizi e tecniche (yoga, meditazioni, visualizzazioni, il suono, compiti e azioni nel mondo esterno…)
– bilanciare gli eccessi e le carenze.
In generale, un chakra in eccesso ha bisogno di scaricare energia mentre un chakra in difetto ha bisogno di riceverne.
Ciascun chakra riflette un diritto fondamentale, inalienabile, la perdita di questi diritti blocca il chakra.P
MULADHARA
Primo chakra: il diritto di esistere.
…e di avere, di possedere cose come tempo, denaro, beni materiali, amore, apprezzamento.
Nutrimento, sicurezza, fiducia.
il diritto di avere sta alla base della capacità di contenere, di tenere, di mantenere e di manifestare, che sono tutti aspetti di un primo chakra sano.
Ciascun chakra è associato a una particolare identità, che emerge nel suo sviluppo via via che maturiamo nella vita.
Il primo chakra rappresenta la nostra identità fisica e il suo compito è l’autoconservazione. Qui impariamo a identificarci con il corpo: quando il corpo ha fame, io ho fame…ecc…
L’dentificazione fisica è necessaria per trattare con il mondo fisico. (es. se non mi rendo conto quando ho fame o se ho bisogno di riposarmi, nel tempo posso compromettere la mia salute…). Fare a meno di questa identità significa essere dissociati dal corpo e aver perso il contatto con il mondo fisico.
I chakra hanno dei demoni, delle controforze che apparentemente si oppongono alla naturale attività del chakra. Apparente perchè i demoni nascono per insegnarci qualcosa. Una controforza opera nel senso di rafforzare ciò a cui si oppone. Se non ne siamo cosapevoli il demone ci impedisce di progredire, fissando la nostra energia a un livello, mandando in corto circuito la nostra attività ed espressione.
Se prediamo consapevolezza di un demone ed esploriamo il motivo per cui è lì, ne otteniamo una più profonda conoscenza di noi stessi.
Il demone del primo chakra è la paura.
Primo chakra: dal concepimento a 12 mesi dopo la nascita, culminante a 4/5 mesi
Questo primo chakra è in relazione alla formazione del corpo fisico. A questo stadio lo sviluppo del corpo è molto rapido e vi si concentra tuuta l’energia vitale. Lo scopo dello sviluppo infantile è quello di imparare ad adoperare il corpo (succhiare, mangiare, digerire, afferrare, sedere, gattonare, stare in piedi, camminare, manipolare oggetti, ecc), in generale ad avere a che fare con il mondo fisico e sfidare la forza di gravità.
Nell’infante la consapevolezza è concentrata internamente, con poca consapevolezza del mondo esterno. Il bambino vive in simbiosi con la madre, non essendo ancora in grado di sperimentare un senso separato del sé.
La scoperta e il dominio delle funzioni motorie sono i primi passi verso questa indipendenza.
A questo stadio la consapevolezza si focalizza soprattutto sulla sopravvivenza e sul benessere fisico.
Quando queste necessità vengono adeguatamente soddisfatte, lo spirito viene ancorato al corpo fisico e il bambino si sente ben accolto nel mondo.
Essere nutriti, essere tenuti, il calore e il benessere fisico devono provenire al bambino dall’esterno, cioè dalle radici, dai genitori, la famiglia e chi si prende cura di lui. Se queste necessità vengono soddisfatte, si crea la possibilità di porci in relazione con il mondo con:
Fiducia
Questo ci conferisce un senso di speranza e afferma il nostro dirittto di esistere e di avere, questo stadio getta le fondamenta per la sicurezza e la connessione, che permette l’autoconservazione e forma l’identità fisica.
Se il bambino non vede soddisfatte le sue necessità, sviluppa allora una crescente sfiducia nel mondo esterno, una dissociazione dal mondo interiore, un senso di inadeguatezza e abbandono al centro del proprio essere. Percepisce il mondo come ostile e non ha fiducia nei propri istinti fondamentali creando così una disarmonia col nucleo profondo del proprio essere fisico.
Fattori che incidono: traumi di nascita, incubatrici, abbandono fisico ed emotivo, trascuratezza, difficoltà di nutrizione, clisteri, violenza fisica, incidenti, operazioni, traumi ereditari…ecc…
Nell’età adulta, quando il giovane lascia la casa, il ciclo riprende, e il primo problema da risolvere è quello della sopravvivenza: trovare un luogo per vivere, tenerlo pulito e ordinato, imparare ad avere cura di se stessi, prepararsi pasti nutrienti,
e trovare una fonte indipendente di guadagno. Il successo segna un’indipendenza e un’autosufficienza fondamentali.
Problemi fisici correlati allo squilibrio del primo chakra
Carenza: Quando è in squilibrio per difetto, sentimenti di insicurezza ed istabilità potrebbero sorgere e potremmo sentire di non appartenere al nostro corpo o a questa terra. Potremmo avere difficoltà a leggere i segnali del corpo, ad alimentarci, e provare ansia, irrequietezza, paura e un senso di mancanza. Potremmo sviluppare una relazione sbilanciata con il denaro.
Sconnessione dal corpo, sottopeso, timorosi, ansiosi, senza pace, non riescono ad adattarsi, poca disciplina, poca capacità di fissare obiettivi, difficoltà finanziarie, disorganizzazione, mancanza di delimitazione.
Eccesso: Quando Muladhara chakra è in eccesso, potremmo accumulare sia cibo che cose materiali e favorire rabbia primordiale e paura.
Obesità, mangiar troppo, avidità, fissazioni materiali, trascuratezza, pigrizia e stanchezza, timore dei cambiamenti, dipendente dalla sicurezza, delimitazioni rigide.
Quando è in equilibrio ci sentiamo radicati, a nostro agio e al sicuro nel nostro corpo e nel mondo. Sappiamo e sentiamo che abbiamo abbastanza e che siamo abbastanza.
Esistono dei precisi stadi di sviluppo in cui vengono apprese le abilità dei vari chakra e integrate nella personalità. I chakra si evolvono secondo una sequenza, dal basso verso l’alto, seguendo la nostra età cronologica. Il primo ciclo completo di sviluppo richiede circa vent’anni ed è pressoché inconscio, poi il ciclo riprende nuovamente ad un livello più complesso quando il giovane lascia la casa e inizia la sua vita adulta, e questo deve essere voluto consciamente, altrimenti può non avvenire e la persona resta dipendente e impotente, senza riuscire a sfuggire ai modelli istintuali programmati.
Recuperare il rapporto con il nostro corpo, la più vera radice dell’esistenza, da cui siamo sempre più distanti, secondo l’attuale epidemia culturale:
– Lavori degradanti con routine automatiche e ambienti malsani
– donne che annientano e gonfiano di silicone le loro curve
– dipendenze da sostanze, addormentare la propria vitalità con cibo, droghe, attività compulsive.
– violenza su bambini
Per il nostro spirito il nostro corpo è la terra, le fondamenta, la casa. Mettersi in contatto con il corpo significa collegarsi con la terra, avere radici nella realtà biologica dell’esistenza.
Dobbiamo possedere un terreno abbastanza solido per avere la stabilità e tuttavia abbastanza morbido per essere penetrato dalle radici. Muladhara in sanscrito significa proprio radice.
Il nostro corpo è la forma solida della nostra esistenza e possiede confini ben definiti. Essere solidi significa stare di fronte a quel che ci sta di fronte senza deflettere, rimanere ancorati in verità di fronte all’opposizione e rimanere calmi e sicuri.
Il chakra Muladhara corrisponde all’elemento Terra. La vita umana dipende da un rifornimento di energia, che proviene dalla terra in varie forme: il cibo, l’acqua, l’aria, il suolo su cui camminiamo e dormiamo per riposarci…
Muladhara significa radice, questo chakra ci radica ai nostri corpi nel mondo fisico e nella terra.
Le nostre radici rappresentano il luogo da cui veniamo: la terra, l’utero, i nostri antenati,la famiglia e la nostra storia personale. Per creare delle fondamenta solide dobbiamo individuare le radici nella nostra infanzia. Nel bene e nel male, queste radici ci hanno nutrito e sostenuto nei nostri momenti formativi.
Per molti di noi le nostre radici sono influenze inconsce sul nostro comportamneto, legate ad aspetti del nostro passato.
Per portare Muladhara alla coscienza dobbiamo renderci consapevoli delle nostre radici, scoprire il passato, esaminarlo, immergerci in esso.
Ci sentiamo più vivi e svegli quando la corrente della coscienza diretta verso il basso ci collega al corpo e incontra il campo delle sensazioni, i limiti e i confini della realtà fisica.
Senza essere collegati alla terra e al mondo fisico, attraverso il nostro corpo, siamo instabili, perdiamo il nostro centro, sogniamo ad occhi aperti nel mondo della fantasia. Perdiamo la nostra capacità di contenere, di avere e di mantenere.
Stabilizzare in modo sano il proprio terreno: qui è la convalida della nostra esistenza e lo stabilirsi dei diritti fondamentali del primo chakra: il diritto di esistere e di avere ciò che ci serve per sopravvivere. IO SONO.
Siamo chiamati a un ritorno ai messaggi e ai movimenti del corpo. La risposta è radicare la coscienza e darle corpo.
Possiamo farlo attarverso momenti di cura verso noi stessi: massaggi, camminate (anche a piedi nudi), pratiche yoga focalizzate sui piedi e le gambe, preparando e mangiando cibo con amore, attarverso il canto del Bija Mantra “Lam” in meditazione, annusando oli essenziali radicanti, come il vetiver, il patchouli, il cedro, la mirra o il sandalo.